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● Senza fissa dimora:  1,7 per mille abitanti
a Milano

     2343 persone senza fissa dimora, pari a 1,7 per mille abitanti, sono state 
     rilevate a Milano nella notte del 12 febbraio scorso. Il 34% del totale e’ stato
     censito in strada; il resto in centri di accoglienza.

     E’ questo il dato saliente dell’ultima indagine sul terreno promossa dal Comune di Milano e realizzata dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti in collaborazione con l’Universita’ Bocconi, con il supporto di numerosi enti e centri di accoglienza e soprattutto di 1500 volontari che per una notte hanno battuto sistematicamente a piedi, in bicicletta e in auto tutte le strade della citta’, suddivisa in 150 aree.


                                                                                                            

           Il censimento è stato integrato da successive interviste.

    Si tratta della quarta edizione del progetto “racCONTAMI”, che
    dopo le edizioni 2008, 2013 e 2018 e’ stato sviluppato per la prima
    volta in due fasi: una rilevazione estiva nel giugno 23, quando i
    senza fissa dimora erano risultati 1,8 per mille abitanti, e una
    invernale nel febbraio 24.

     La più’ elevata concentrazione di senza fissa dimora e’ stata rilevata in centro (Municipio 1 seguito dal Municipio 2). La piu’ bassa nei Municipi 6 e 7.

  Emerge nel periodo 2008-2024 un progressivo aumento della presenza femminile, che ha ormai superato il 20% dei senza fissa dimora ospitati in strutture di accoglienza. Nella suddivisione per eta’ gli stranieri prevalgono nettamente tra i giovani, fino ai 44 anni, mentre gli italiani sono piu’ numerosi tra le persone di oltre 55 anni.
Il radicamento del disagio spinge verso la strada, dove quasi il
70% dei senza fissa dimora ha avuto piu’ esperienze di questa
situazione, mentre chi e’ alla prima o seconda esperienza prevale
numericamente nei centri di accoglienza.

  La prima causa della mancanza di una stabile dimora è la disoccupazione/perdita del lavoro, sia per chi vive in strada sia per chi frequenta i centri di accoglienza. La seconda e’ lo sfratto e la terza la migrazione. Nondimeno in media il 22% degli intervistati ha un lavoro retribuito (la probabilità scende con il prolungarsi dell’assenza di stabile abitazione).

     I bisogni più acuti dei senza fissa dimora sono nell’ordine la custodia degli oggetti personali, l’assistenza medica e il lavaggio degli indumenti. Circa il 20% degli intervistati valuta il proprio stato di salute cattivo o molto cattivo e la situazione peggiora, prevedibilmente, con il prolungarsi della condizione di senza dimora. Circa un terzo dei senza dimora censiti in strada si sente insicuro.

     Tutti vivono una condizione di solitudine che si acutizza con il tempo e il venir meno delle relazioni familiari: quasi la metà degli intervistati senza dimora da 1 a 5 anni afferma di non poter contare su alcun amico o persona di fiducia.

 

  n.2024/10- Ufficio stampa MVI S. Pravettoni  
        sergio.pravettoni@medicivolontaritaliani.org